La preparazione alla Pasqua e le settimane successive son state alquanto laboriose e così… eccomi qui a raccontarti con parecchio ritardo.
Nonostante le poche presenze, il centro di spiritualità è stato miracolosamente impegnato per oltre un mese (coincidendo con la Pasqua) e così abbiam fatto davvero una bella maratona.
Quest’anno, col calendario scolastico sballato per via della pandemia, per Pasqua la maggior parte degli studenti di secondo grado erano a casa per le vacanze ad eccezione dei finalisti e semifinalisti (3,4 e 6 superiore) e così, essendo libero, questo tempo ha segnato il mio ingresso nella prigione centrale di Gulu. Son stato davvero felice che il catechista della città mi abbia proposto questa collaborazione, visto che la prigione è sempre stata un sei miei interessi pastorali più sentiti.
Tornando in carcere dopo 10 anni e in una prigione a me nuova ho notato dei bei cambiamenti rispetto al passato. Generalmente, almeno a Gulu, le condizioni son migliorate tanto rispetto al passato. La prigione come sempre copre un’area vasta comprendente varie sezioni e gli alloggi dei dipendenti del carcere. Tra le altre cose vi si stanno costruendo nuovi miniappartamenti per questi ultimi. C’è poi la farm, con mucche da latte e vari animali e tanti campi coltivabili tutt’attorno. Tutti i giorni, andando in città, si vedono i carcerati vestiti di un bel giallo vistoso che vi ci lavorano. Tra le sezioni del carcere c’è Boma sia per gli uomini che per le donne e il sick bay (infermeria) maschile. Tutti hanno spazi abbastanza grandi all’aperto (niente a che vedere con Kampala e con Lira); generalmente si parla di edifici disposti in un quadrilatero e un grande spazio interno dove gli inmates passano buona parte della giornata in varie attività e relax. Gli alberi sono pochissimi e per questo molto richiesti, per cui la maggior parte della gente se ne deve stare comodamente sotto il sole cocente o sotto le anguste verande degli edifici.
(segue nell'allegato)