San Maurizio (Chiesa Parrocchiale)
L’attuale chiesa parrocchiale di San Maurizio fu innalzata nel 1618 nel luogo ove sorgeva già una cappelletta
dedicata allo stesso Santo. Don Gabriele Argenti, prima coadiutore dal 1828 al 1855, testimonia nelle sue “Memorie” come fino ai primi decenni dell’ottocento la Chiesa fosse disadorna e priva di campanile, la cui funzione era disimpegnata da tre pilastri, che sorgevano a ponente rispetto alla Chiesa e che sorreggevano le campane levate dal campanile di San Pancrazio nel 1816.
In seguito venne abbattuto il campanile stesso di San Pancrazio, ormai pericolante e alto 48 braccia; il materiale, di cui era costruito, fu trasportato gratuitamente dal popolo,nei giorni di festa, sul piazzale di San Maurizio per costruirvi un nuovo campanile.
Nel 1824 ne furono poste le fondamenta e costruito lo zoccolo; dal 1825 al 1828 furono terminati lo zoccolo e i primi due ordini. Poi i lavori subirono un’interruzione per mancanza di mezzi; la costruzione fu in seguito affidata al capomastro di Morazzone Cesare Antonini, che ultimò in rustico il campanile nel 1833; intonaco, stabilitura e sbiancatura sono del 1834, scala e castello vennero completate nel 1835. Le 6 campane furono collocate l’8 Febbraio 1836 con una festa solenne descritta con passione da Don Argenti: "Appena fuse le campane, fu tanto il fermento del popolo per la condotta delle medesime, che si dovette procedere all’estrazione a sorte dei soggetti contendenti a tal fine. I nominati disposero dunque i loro carri in modo di attirare l’ammirazione del pubblico e, accompagnati da una banda campestre fornita di buoni strumenti, composta di vari giovanotti dilettanti del paese, giunsero alla fonderia coi loro ben adorni carri, ove appena caricate le già disposte campane in bell’ordine di scala colla nominata banda campestre, che le precedeva, e colla banda militare che le seguiva, scortata d’un buon numero di gendarmi e soldati per il buon ordine, partirono dalla fonderia, passarono per Varese con meraviglia e sorpresa né veduta né sentita giammai, si avviarono sullo stradale, e in breve spazio di tempo giunsero a Vedano, ove furono ricevute a festa collo sparo di mortaretti, e, dopo condotte in giro per il paese come a prenderne possesso, si fermarono alla residenza parrocchiale, dove si scaricarono fra la gioia e l’ esaltazione di tutti".
Restaurato per la prima volta nell’anno 1900, nel corso degli anni 1956 e 1957 fu sottoposto ad un completo rifacimento della parte superiore a cominciare dalla cella campanaria, su progetto dell’ing. Adelmo Benzoni di
Vedano. Attualmente il campanile è alto poco più di prima dell’ultimo restauro, e precisamente m. 51, 30 ed è ben visibile nella zona. Pochi anni fa sia il campanile che le campane sono state oggetto di restauro.
Dal Giugno del 1841 alla fine del 1843 venne poi ampliata la chiesa, la cui opera di arte di maggior pregio resta l’altare maggiore, dono della famiglia Odescalchi.