Papa Innocenzo XI
Dopo un conclave durato due mesi Benedetto Odescalchi venne scelto all’unanimità come successore di Clemente X; Luigi XIV di Francia (1643-1715) voleva porre il veto alla sua candidatura, ma poi se ne astenne. Nato a Como il 19 Maggio 1611, Benedetto proveniva da una ricca famiglia di commercianti; egli stesso a quindici anni, terminati gli studi presso i gesuiti, aveva cominciato a far pratica nella sede commerciale di Genova appartenente alla sua famiglia. Aiutato da un amico cardinale studiò giurisprudenza a Roma e a Napoli, conseguendo nel 1639 il dottorato; entrato poi al servizio del Papa (allora Urbano VIII) divenne successivamente protonotario, presidente della camera apostolica, governatore di Macerata e commissario fiscale nelle Marche. Innocenzo X lo creò cardinale nel 1645, legato di Ferrara nel 1648, in un momento di grave carestia, e vescovo di Novara nel 1650. In queste cariche si distinse per la coscienziosa amministrazione, l’austera pietà e carità; mentre era vescovo impiegò le sue rendite a beneficio dei poveri. Nel 1654 rinunciò alla sua sede per motivi di salute e visse per qualche tempo a Roma impegnato negli affari curiali. Meravigliato e confuso per la propria elezione, accettò la carica solo dopo che i cardinali ebbero acconsentito a sottoscrivere un programma di riforma di 14 punti da lui proposto durante il conclave. Conducendo una vita assai sobria, Innocenzo cominciò subito a eliminare gli abusi morali e amministrativi. Fu completamente immune dal nepotismo. Riducendo le cariche e gli stipendi e facendo drastiche economie riuscì a far rifiorire le finanze papali; si adoperò per favorire la predicazione del Vangelo e l’insegnamento del catechismo, la stretta osservanza dei voti monastici, la rigorosa selezione dei sacerdoti e dei vescovi e la comunione frequente. I suoi provvedimenti per la elevazione del livello morale – proibì tra l’altro i carnevali – ebbero poco effetto e provocarono critiche. Per la sua serietà morale pareva quasi che propendesse verso il giansenismo; egli conservava inoltre un atteggiamento critico verso i gesuiti..
Clemente X non si era apparentemente opposto quando Luigi XIV aveva esteso nel 1673 e 1675 i diritti dei regalia all’intero regno; appena però Innocenzo ricevette la protesta di 2 vescovi dalla Francia si oppose energicamente a questi decreti: per reazione un’assemblea di chierici francesi, convinta da Luigi, adottò (19 Marzo 1682) i 4 cosiddetti “articoli gallicani” che negavano al Papa qualunque potestà sugli affari temporali degli stati o sui loro governanti, sostenendo l’autorità dei concili universali e rivendicando inoltre le antiche libertà della chiesa gallicana.
Innocenzo rispose respingendo gli articoli (11 Aprile 1682) e rifiutando di ratificare le nomine dei vescovi che li avevano sottoscritti; così nel Gennaio del1688 35 vescovadi francesi erano vacanti. Luigi revocando l’editto di Nantes il 18 Ottobre 1685 sperava di indurre il Papa a una maggiore collaborazione, ma Innocenzo, pur approvando la revoca, sospettò quali potevano essere stati i motivi e deplorò la violenza della persecuzione scatenata contro i protestanti. La situazione peggiorò nel 1687 quando Innocenzo, dopo aver abolito i diritti di asilo di cui godevano e abusavano le ambasciate in Roma, rifiutò di ricevere il nuovo ambasciatore francese per il suo contegno provocatorio, e ancor più nel 1688, quando egli respinse il candidato di Luigi per l’arcivescovado e l’elettorato di Colonia e nominò quello dell’imperatore Leopoldo I (1658 – 1705).
Nel Gennaio del 1688 informò segretamente Luigi che sia lui sia i suoi ministri erano scomunicati; in conseguenza di ciò a Settembre il re occupò i territori pontifici di Avignone e del Venosino. Fu evitato lo scisma solo grazie all’intervento di Fènelon (1651 – 1715), più tardi arcivescovo di Cambrai, e all’avvento di Guglielmo d’Orange sul trono d’Inghilterra. L’obiettivo principale di Innocenzo, come anche l’opera sua più grande fu la mobilitazione della resistenza contro i Turchi che avanzavano in Europa. Benché ostacolato dalla politica espansionistica di Luigi, il Papa riuscì a combinare (31 Marzo 1683) l’alleanza fra Leopoldo I e Giovanni III Sobieski di Polonia (1674 – 1696) che portò alla liberazione di Vienna (12 Settembre 1683). Per ricacciare ancora più indietro i Turchi formò poi la Lega Santa composta dall’impero, dalla Polonia, da Venezia e dalla Russia: essa liberò trionfalmente l’Ungheria (1686) e riconquistò Belgrado (1688). Per tutto il tempo il Papa sostenne l’impresa con generose sovvenzioni.
Nel frattempo, pur accogliendo con gioia l’assunzione del cattolico romano Giacomo II al trono d’Inghilterra (1685), diffidò del servilismo da lui manifestato verso Luigi XIV e disapprovò i metodi sconsiderati con i quali voleva ripristinare il cattolicesimo romano nel suo regno; quando Giacomo, perduta la corona, chiese aiuto, Innocenzo rispose che non poteva far nulla perché tutte le sue energie erano assorbite dalla lotta con Luigi. Tuttavia la diceria che egli conoscesse e appoggiasse privatamente i piani del protestante Guglielmo d’Orange per detronizzare Giacomo è priva di fondamento.
Innocenzo aveva 78 anni quando morì. Storici di ogni scuola riconoscono che fu il Papa più rilevante del XVII secolo. Mentre era in vita i romani trovarono eccessiva la sua austerità, ma dopo la sua morte cominciarono a venerarlo. Nel 1714 Clemente XI diede il via ad un processo di canonizzazione, che fu sospeso nel 1744 per l’opposizione della corte francese. Fu ripreso nella mutata atmosfera del XX secolo e il 7 Ottobre Pio XII annunciò la beatificazione di Innocenzo. La sua festa si celebra il 12 Agosto